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Andreaber Nuovo Iscritto
Messaggio numero: 1 Registrato: 11-2004
| Inviato il giovedì 25 novembre 2004 - 17:00: |
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Uno dei temi centrali che hanno a che fare con la sopravvivenza di questo pianeta, la quale è connessa, tra le altre cose, ad un ritorno a una quota naturale di popolazione, è quello della responsabilità personale. A proposito della quale vorrei svolgere il seguente ragionamento : Le religioni, fin dal loro instaurarsi sulla terra, hanno avuto come principale effetto negativo quello di aver tolto progressivamente il senso della responsabilità personale agli esseri umani che ne sono stati e ne sono tuttora influenzati, per la semplice ragione che, dal momento in cui si entra in un sistema di pensiero di tipo fideistico - religioso, essa viene scaricata su un Dio, una divinità o su figure mistiche e carismatiche come santi, angeli protettori,idoli,dei ecc, a cui ci si rivolge, in particolare nei momenti di difficoltà o di bisogno; ce ne sono di simili o aventi simili funzioni in tutte le religioni. Questo ha a sua volta ulteriori conseguenze negative. Il fatto che gli esseri umani demandino la loro responsabilità personale a qualche essere immaginario che sta nei cieli o da qualche parte nell’universo (mentre in realtà sta semplicemente nelle profondità della mente), fa sì che si produca una sorta di indebolimento psichico e spirituale in una persona, derivante dalla mancata assunzione di responsabilità nei confronti della propria vita e delle proprie decisioni e dal mancato controllo della propria mente. Questo rende gli individui molto più facilmente controllabili e manipolabili da parte di leader, capi religiosi e dittatori senza scrupoli, i quali proprio facendo leva su questa illogica disponibilità all’obbedienza passiva e non di rado cieca verso entità esteriori e fittizie, hanno gioco facile nell’assoggettare, sottomettere (magari con la scusa di possedere un potere e una legittimità proveniente da una fonte divina, come i monarchi assoluti che regnavano “per diritto divino”) gli esseri umani prigionieri della forma mentis del culto religioso, rendendoli così di fatto doppiamente schiavi: 1)In senso politico, in quanto sudditi di un capo, dittatore o presunto leader democratico che abusa della loro ingenua fiducia e volontà di sottomissione per esercitare il proprio potere su di loro e soddisfare la propria megalomania e 2) in senso psichico, in quanto sottostanti al presunto volere superiore e imperscrutabile di una immaginaria divinità, che costituisce il motivo e lo scopo della loro esistenza. Come in un circolo vizioso, accade così che per un verso tanto più si ha fede e si rafforza il vincolo religioso, tanto più ampie ed efficaci diventano le capacità di manipolazione da parte delle varie forme di potere che esistono sulla terra, le quali si servono di questa atavica sudditanza psicologica , per sfruttare a loro piacimento la conseguente mancanza di responsabilità personale. Per un altro verso inoltre i rappresentanti dello stesso potere politico hanno interesse a rafforzare il radicamento e la diffusione della religione, richiamandosi continuamente a motivi e parole d’ordine religiosi o proclamandosi essi stessi portavoce di Dio, perché ciò gli serve come instrumentum regni, ossia come strumento di potere e controllo psichico, in modo da ammansire le loro pecorelle, evitando che si facciano troppe domande indesiderate sulla vera natura del potere che costoro detengono e che le tiene schiave, oltre che sul modo spesso criminale di esercitarlo, cosicché non costituiscano per loro alcun pericolo o minaccia. Se si guarda alla storia della terra, si noterà come i grandi capi politici e religiosi, i papi, i sovrani e condottieri fossero, chi più chi meno, a conoscenza dell’enorme influenza che la religione esercita sulla psiche umana e delle enormi possibilità di manipolazione e assoggettamento schiavistico che essa consente. Non a caso chi ha cercato di rompere questo perverso incantesimo e di risvegliare negli esseri umani una consapevolezza riguardo alla natura schiavistica della religione, è stato sempre vituperato, perseguitato, osteggiato, quando non addirittura eliminato fisicamente dai potenti. Essi sapevano infatti fin troppo bene che in tal modo rischiava di venir meno il fondamento stesso del loro potere, che è stato sempre non solo potere materiale, ma anche mentale, ossia conquista e controllo delle menti. Solo così si spiega l'allarmante stato di passività in cui versano oggigiorno larghi strati di popolazione, anche in paesi dove, almeno in apparenza, ci sarebbe la possibilità effettiva, dal punto di vista sociale, economico e culturale di attingere fonti di conoscenza e di mettere in atto pratiche di vita evolutive, in grado di far emergere una reale consapevolezza e responsabilità personale riguardo al proprio posto e ruolo sulla terra e nella Creazione. I grandi temi decisivi del nostro tempo dalla questione ambientale alla sovrappopolazione, dalla reale funzione evolutiva e spirituale della leadership, alla vita nell’universo e alla presenza degli extraterrestri, ossia le questioni legate alla sopravvivenza e all’evoluzione del nostro pianeta, non vengono, se non in rare eccezioni, percepiti dalla grande massa come temi che riguardano in prima persona ciascun essere umano, ma come questioni astratte o irrilevanti per la propria esistenza concreta e, come tali, di pertinenza esclusiva di politici, scienziati o specialisti di questi settori in genere. Anche qui insomma la responsabilità personale nel pensiero, nell’azione e nel sentire viene delegata e scaricata su altri, come se queste cose non ci interessassero direttamente o fossimo in attesa che qualcuno, chissà come e chissà quando, risolva magicamente per noi tutti i problemi che ci affliggono. D’altronde, per capire come si sviluppano certi meccanismi di delega ingiustificata della propria responsabilità individuale, non c’è bisogno di andare molto lontano nello spazio e nel tempo : è sufficiente osservare con attenzione cosa accade di continuo all’interno di una comunità umana, di un gruppo d’amici o soci d’affari, laddove cioè vi sono persone che mostrano la disponibilità o hanno la tendenza a delegare ad altri decisioni che spetterebbero invece solo e soltanto a loro stesse, sottraendosi così alle proprie responsabilità personali. Si noterà allora che ci sarà quasi sempre chi trarrà vantaggio e profitto da questa situazione, acquisendo di fatto una posizione di predominio sugli altri, dal momento che costui si troverà ad assumersi per conto e al posto degli altri quelle decisioni e quelle responsabilità, che gli sono state indebitamente affidate da chi non è stato in grado di assumersele in prima persona. Risulta quindi evidente che la responsabilità primaria di questa condizione sta in coloro che hanno lasciato campo libero a chi intende sfruttarlo, generando quel vuoto di responsabilità che verrà poi riempito, colmato da coloro i quali, con la scusa di essere stati incaricati o lasciati liberi di prender decisioni in nome di tutti gli altri, lo useranno arbitrariamente a proprio vantaggio e ne abuseranno cinicamente per il proprio interesse personale, godendo altresì dei privilegi che tale posizione di dominio gli procura. E’ probabile che in modo simile sorgano, si sviluppino e consolidino nel tempo le dinamiche del potere, con il conseguente controllo degli uomini da parte di altri uomini tramite l’esercizio di un presunto carisma sulle persone, spesso riconosciuto come tale ed ammirato da queste e mai messo in discussione, fino ad arrivare alle conseguenze estreme che la storia anche recente ci ha mostrato : si pensi, soltanto per fare une esempio, al nazismo. Eppure è interessante fare l’esperimento mentale contrario, pensare come, lentamente ma sicuramente, cambierebbero le cose sul nostro pianeta se un numero sempre maggiore di persone cominciasse ad assumersi le proprie responsabilità, smettendo di far dipendere da qualcosa o qualcuno dall’esterno - come dio, i guru, gli uomini politici, lo stato - il senso e la direzione da attribuire e imprimere alla propria esistenza e cercando invece di prendere veramente in mano le redini del proprio destino ! Se smettessimo di delegare ad altri quanto ci riguarda innanzitutto come esseri umani di questo pianeta, poi come cittadini di un determinato stato e anche come genitori, figli o partner , se cominciassimo a fare da subito nel nostro piccolo e secondo le nostre possibilità e capacità ciò di cui spesso magari lamentiamo la mancanza nei i leader politici, nei potenti e in coloro che comandano in genere ; se cominciassimo cioè a dare agli altri il buon esempio, a essere cioè nella nostra vita di tutti i giorni uno specchio vivente di quello che pensiamo sia giusto fare per migliorare le cose, cominciando a mettere finalmente ordine, calma, neutralità e pulizia al nostro interno, creando così pace, armonia rispetto, amore, saggezza comprensione, logica e impulso alla conoscenza dentro noi stessi e imparando dalle conseguenze delle nostre azioni, delle nostre parole e pensieri, correggendoli quando vediamo che essi producono effetti negativi, nocivi o indesiderati, allora daremmo un grande contributo a rendere questo pianeta un luogo migliore. Infatti con grande sorpresa di tutti, potremmo constatare un giorno che, senza che nessuno sia intervenuto dall’alto dei cieli o dei centri di potere a “salvarci”, le cose migliorerebbero lentamente anche fuori di noi , nel mondo, fino a rendere un giorno irriconoscibile rispetto a quello che è oggi il volto di questo pianeta : religioni, sovrappopolazione, discriminazioni, guerre, fanatismo, terrorismo, razzismo, odio, inquinamento cesserebbero di essere quelle tragiche realtà che sono ora e a cui ci siamo ormai tristemente abituati e rassegnati e potremmo allora anche cominciare a interrogarci con equilibrio e discernimento su realtà cosmiche e spirituali tanto più grandi e profonde di noi, come per esempio su quali forme di vita ci siano, oltre questo pianeta azzurro, nelle vastità remote del cosmo, quali civiltà le abitino e quali leggi esse seguano, scoprendo magari che qualcuna di esse era già entrata in contatto con noi tramite un signore svizzero, anche se noi eravamo troppo impegnati a spaccarci il cranio a vicenda, a fare guerre, a distruggere la natura e venerare divinità immaginarie per accorgercene. Scopriremmo allora di esser parte di una forza e di un energia che tutto alimenta e compenetra : la Creazione Se tutto questo, che ora appare un sogno ben lontano dal realizzarsi, avverrà o meno e quando, dipenderà solo e soltanto da noi e dalla nostra capacità di riprendere quel percorso evolutivo abbandonato e tralasciato in larga parte da tempo immemorabile in seguito a vicende che, chi abbia letto ed esaminato attentamente i testi della FIGU, non faticherà ad apprendere. Salome Andrea Bertuccioli
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Rei Iscritto
Messaggio numero: 201 Registrato: 02-2003
| Inviato il martedì 15 luglio 2008 - 19:54: |
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Ciao a tutti, il vero pensiero autonomo, quello che viene comunemente esortato col motto:”Pensa con la tua testa”, può essere ottenuto se e solo se, (vedi Genesis pag. 127, ver. 224; e Macht der Gedanken pag.3), s’impara ad allenare ed educare la propria consapevolezza, ad accettare con equilibrio i pensieri negativi come quelli positivi, per neutralizzarli (nel senso di trasformarli in pensieri neutri). Questo significa che, anche nel proprio mondo interiore, per poter esser realmente autonomi, bisogna “prendersi la responsabilità” dei propri pensieri (come nei confronti delle proprie azioni), e lavorarci sopra con la propria consapevolezza? Salome, Enrico |
   
Davide Moderatore
Messaggio numero: 288 Registrato: 08-2002
| Inviato il martedì 22 luglio 2008 - 19:57: |
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Ciao Enrico, Il solo pensare negativo, come il solo pensare positivo è degenerativo poiché porta in sé una distorsione della realtà. Questa distorsione avrà prima o poi conseguenze che andremo a pagare con sofferenze più o meno pesanti poiché ogni pensiero, grazie alla legge della causa e dell’effetto, avrà prima o poi delle conseguenze che prenderanno forma in sentimenti, azioni, ecc. Ogni pensiero su cui ci si sofferma è origine di un effetto che prima o poi, ma in maniera assolutamente inevitabile, porterà delle conseguenze. Ciò che ci pone in una condizione ideale all’evoluzione è il pensare neutro, grazie al quale riusciamo a vedere e osservare la realtà e tutte le circostanze della vita per come effettivamente sono. Pensieri neutri daranno origine a sentimenti neutri nonché, stati psichici e azioni anch'esse neutre. Il pensare neutro ci mette nella condizione di osservare la realtà per come è, di vedere le persone per quello che realmente sono, di essere liberi da pregiudizi o preconcetti e di poterci concentrare in maniera obiettiva sulla nostra stessa evoluzione portandoci poi, più avanti, a vedere noi stessi con i nostri problemi per come effettivamente siamo. I pensieri nascono nella nostra consapevolezza. E’ quindi essa che deve essere allenata a generare pensieri neutri ed evolutivi evitando che pensieri negativi o positivi prendano il sopravvento e quindi il controllo sulla nostra vita, causandoci dolore e sofferenza. Ed è proprio qui, nella propria consapevolezza, dove ognuno di noi deve cominciare a farsi carico della propria responsabilità nei confronti della propria vita. E' qui infatti dove nascono tutti i nostri pensieri. La nostra consapevolezza è il giardino più prezioso di cui ogni persona dovrebbe prendersi cura poiché è in essa dove i pensieri, e quindi il nostro destino, il nostro modo di vedere le cose, il nostro modo di porsi davanti alle situazioni e alle condizioni della vita, nonché le nostre fortune e sventure germogliano, crescono e si sviluppano. Non c’è alcun destino già scritto poiché esso viene deciso da noi ogni giorno nel momento in cui in noi vengono generati pensieri positivi o negativi o neutri e bilanciati. Il prendersi la propria responsabilità nei confronti della nostra consapevolezza, equivale a prendersi la responsabilità nei confronti di tutta la nostra vita, ovvero nei confronti dei nostri sentimenti, del nostro stato psichico, delle nostre azioni e in definitiva del nostro intero mondo, poiché tutto ciò che strettamente ci riguarda nasce nella nostra consapevolezza. Salome, Davide |
   
Utopia_planitia Iscritto
Messaggio numero: 7 Registrato: 07-2007
| Inviato il giovedì 12 marzo 2009 - 03:30: |
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Ciao a tutti volevo chiedervi una cosa. E' sano secondo voi avere degli ideali/valori che per difenderli si e' perfino disposti a morire? Se ci fossero piu' persone disposte a combattere non curanti della possibilita` di venir uccise o torturate per difendere dei principi (ovviamente non religiosi), le cose nel mondo forse cambierebbero? Salome Fulvio |
   
Davide Moderatore
Messaggio numero: 298 Registrato: 08-2002
| Inviato il lunedì 16 marzo 2009 - 20:04: |
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Ciao Fulvio, morire per un ideale, qualunque esso sia, non ha senso. Coloro che fanno una cosa del genere sono fanatici. La vita va difesa e nessun ideale è sopra alla vita, sia esso religioso o meno. salome, Davide |
   
Giovannic Iscritto
Messaggio numero: 6 Registrato: 08-2012
| Inviato il lunedì 03 giugno 2013 - 01:02: |
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Ciao Ho trovato veramente importanti e utili le 7x7=49 "Regole fondamentali dell'essere umano" pubblicate sul sito principale. Ho una curiosità, l'autore è BEAM oppure provengono da luoghi e tempi più lontani? Anche perché è formidabile scoprire che possono essere applicate da qualunque forma di essere umano di ogni pianeta e di ogni tempo, dico bene? A presto Giovanni Capelli
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Davide Moderatore
Messaggio numero: 510 Registrato: 08-2002
| Inviato il sabato 08 giugno 2013 - 13:14: |
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Ciao Giovanni, l'autore di queste regole è Billy Meier e sono valide per ogni essere umano indipendentemente dal luogo (nazione, pianeta, ecc.) e dal tempo (mille anni nel passato o milioni di anni nel futuro) in cui vive . Queste regole si basano sulle leggi della Creazione che, essendo immutabili ed eternamente valide, possono essere applicate ad ogni essere umano che può studiarle ed applicarle e trarne esperienza, insegnamento e saggezza . salome, Davide |
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