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Rei Iscritto
Messaggio numero: 199 Registrato: 02-2003
| Inviato il martedì 27 maggio 2008 - 22:57: |
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Ciao a tutti, come la Psyche ha nel Gemüt la sua controparte spirituale, anche la consapevolezza ha una parte materiale ed una spirituale? Salome, Enrico |
   
Rei Iscritto
Messaggio numero: 200 Registrato: 02-2003
| Inviato il martedì 17 giugno 2008 - 19:16: |
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Ciao a tutti, che differenza c'è tra ansia e paura? Stando al Genesis, pag.140 ver.15, l'ansia(Angst) si ha per l'incerto, l'indeterminato e lo sconosciuto; la paura (Furcht), invece, per ciò che è certo, determinato e conosciuto; quindi la si prova come conseguenza di qualcosa. Salome, Enrico |
   
Davide Moderatore
Messaggio numero: 286 Registrato: 08-2002
| Inviato il lunedì 23 giugno 2008 - 20:29: |
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Ciao Enrico, come tu dici l'Angst è la paura verso qualcosa di ignoto, di sconosciuto, per esempio la morte. Mentre il Furcht (timore, paura) è per qualche conseguenza di qualcosa che conosciamo, per esempio quando guidiamo la macchina : abbiamo paura (Furcht) per un possibile incidente. Salome, Davide e Günter |
   
Utopia_planitia Iscritto
Messaggio numero: 8 Registrato: 07-2007
| Inviato il mercoledì 06 maggio 2009 - 08:41: |
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Ciao a tutti molto spesso sento usare espressioni come "pensieri negativi" e "pensieri positivi". Non sarebbe piu` corretto parlare di pensieri piu` o meno in armonia con le leggi della Creazione? A me il termine "positivo" e "negativo" mi ricorda la tanto la dicotomia tra "bene" e "male" (pensieri "benigni" e maligni"). Fulvio |
   
Davide Moderatore
Messaggio numero: 302 Registrato: 08-2002
| Inviato il giovedì 07 maggio 2009 - 20:49: |
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Ciao Fulvio, i pensieri positivi e i pensieri negativi non sono pensieri buoni o cattivi né tanto meno maggiormente in forma minore in linea con le leggi della Creazione. Sia i pensieri positivi che i pensieri negativi sono utili al fine di creare un pensiero neutro che viene anche detto pensiero neutral-positivo. La cosa deve essere vista come il polo negativo e positivo della corrente elettrica. Non c’è uno buono e uno cattivo, ma entrambi sono necessari a generare l’elettricità. Presi singolarmente, sia i pensieri positivi, che quelli negativi e vissuti esclusivamente in un senso o nell’altro, sono degenerativi in quanto portano in sé una distorsione della percezione della realtà. Se una persona coltiva solo pensieri positivi, vedendo tutto rosa e bellissimo, o una persona nutre solo pensieri negativi, vedendo tutto a tinte fosche, in entrambi i casi percepiranno la realtà in maniera filtrata o distorta. Si rende quindi necessaria una “neutralizzazione” dei pensieri per giungere, attraverso il lavoro personale, a vedere tutto ciò che ci circonda in maniera neutra e per come effettivamente è : situazioni, persone, cose, condizioni, ecc. ecc. Se saremmo in grado di vedere la realtà per come effettivamente è, saremo quindi in grado di trarre conclusioni e portare avanti azioni calibrate e appropriate a ciò che vogliamo affrontare. Salome, Davide |
   
Rei Iscritto
Messaggio numero: 206 Registrato: 02-2003
| Inviato il venerdì 22 maggio 2009 - 19:25: |
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Ciao a tutti, come possiamo definire una religione che non sia un culto religioso? Ovvero, come può esser definito quel concetto di religione in armonia con la relegeone? Salome, Enrico |
   
Emilio Moderatore
Messaggio numero: 256 Registrato: 04-2002
| Inviato il sabato 30 maggio 2009 - 10:38: |
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Ciao Enrico, il concetto di relegeon corrisponde alla lettera col vivere secondo le leggi e le indicazioni della Creazione. Queste leggi che sono immutevoli nel tempo consistono in cose come ad esempio l'onesta, la rettitudine, la neutralità, l'amore e il rispetto verso la vita. Sembrano frasi fatte, ma tra dirle e applicarle, in modo che lo spirito che ci vivifica possa evolversi, ci sono innumerevoli vite da vivere. In sintesi il concetto di relegeone sta nel rispettare le leggi della Creazione, al contrario delle religioni che indicano delle leggi umane che quasi nella loro totalità sono contrarie alle leggi della Creazione e vanno in direzione opposta all'evoluzione. Salome Emilio |
   
Rei Iscritto
Messaggio numero: 208 Registrato: 02-2003
| Inviato il lunedì 18 marzo 2013 - 11:05: |
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Ciao a tutti, sapreste dirmi qual'è la differenza fra un sentimento (Gefuehl) ed uno stato della consapevolezza (Bewusstseinszustand)? Per quanto ne so un sentimento dovrebbe essere un prodotto della propria psiche, solitamente originato da un pensiero; inoltre avrebbe a che fare con il 6° senso, ossia con la capacità di percepire il mondo che ci circonda, come quello interiore, per mezzo ti tutta una serie di vibrazioni, come ad es. le forze fluidali. E lo stato della consapevolezza? Si tratta forse di una specie di "sentimento continuo"? Salome, Enrico |
   
Davide Moderatore
Messaggio numero: 498 Registrato: 08-2002
| Inviato il sabato 06 aprile 2013 - 21:28: |
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Ciao Enrio, ci è voluto un poco di tempo per preparare questa risposta. I sentimenti derivano dai pensieri e formano la psiche, la quale influenza di nuovo la personalità, in base al suo stato. Quando una persona prova, per esempio, un sentimento d’amore, lo fa attraverso la consapevolezza materiale e questo sentimento d'amore può avere moltissime forme e sfumature. Ma solo il vero, autentico e puro amore - dopo essere effettivamente stato acquisito e consolidato - entrerà nella consapevolezza spirituale diventando parte di essa. E in questo caso si può parlare di uno stato della consapevolezza (Bewusstseinszustand), stato che non potrà più essere cambiato, se non per espandendolo ulteriormente. Inoltre, i pensieri e i sentimenti di tutti gli esseri umani, una volta formulati, non svaniscono, ma rimangono nell’”etere” sotto forma di vibrazioni e possono essere captati da persone sensibili. Nella loro forma sottile vengono indicati come energie o forze fluidali su cui si basa la telepatia, la chiaroveggenza, la lettura dei pensieri, la levitazione ecc. Sono capacità che hanno a che fare col settimo senso e la ghiandola pineale, chiamata anche terzo occhio. Attraverso la concentrazione e la meditazione tutte le persone possono acquisire queste capacità. Questo dimostra ancora una volta quanto è importante imparare a controllare i nostri pensieri. salome, Irma e Davide |
   
Rei Iscritto
Messaggio numero: 209 Registrato: 02-2003
| Inviato il sabato 08 giugno 2013 - 15:31: |
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Grazie per la risposta. Ora avrei alcune domande sul concetto di Karma. Ne avevate già discusso su un precedente post, ma ci sono dei particolari che non mi sono del tutto chiari. Solitamente per Karma (o Kamma) s'intende un concetto culto-religioso molto simile a quello cristiano del peccato: ossia le azioni in vita, buone o cattive che siano, andrebbero in qualche modo ad influenzare le nostre vite (personalità) future o, nel caso del cristianesimo, la destinazione nel' al di là. Ovviamente, trattandosi di un concetto culto-religioso, esso non ha nulla a che fare con la realtà, e, con tutta probabilità, il concetto originario di Karma stava ad indicare la legge della causa-effetto, che, come quasi tutti i termini della Geisteslehre, ha subito un lungo processo di degenerazione, falsificazione ed imbarbarimento che l'ha portato all'attuale significato. Però esistono dei casi in cui determinate azioni si ripercuotono, in modi sia positivi che negativi, anche nelle personalità future come ad esempio una forte e radicata convinzione culto-religiosa-settaria, che, se non sbaglio, necessita di più reincarnazioni (personalità) per poter venir del tutto eliminata (smaltita). Quindi la legge della causa-effetto ha delle ripercussioni nelle personalità future. Ecco le mie domande: - Il termine Karma, come molti altri termini della Geisteslehre, ha subito un processo di degenerazione, falsificazione ed imbarbarimento oppure è nato già "sbagliato"? - Ogni personalità è una personalità a parte, ma fino a che punto ciò non entra in conflitto con la legge della causa-effetto? Salome, Enrico |
   
Emilio Moderatore
Messaggio numero: 329 Registrato: 04-2002
| Inviato il venerdì 19 luglio 2013 - 22:22: |
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Risposta preparata da Irma. Ciao Enrico, il termine Karma o Kamma viene dal sanscrito e significa grosso modo causa- effetto da intendere però come “Wirken, Tun". Buddha disse: “Il volere, l’aspirare (Streben) dell’essere umano io lo chiamo Karma, perché con la volontà si effettua e si agisce in opere, parole e pensieri”. Ed è proprio questo “operare” in azioni, parole e pensieri e nell’aspirazione (Streben) verso cose superiori, a determinare il carattere, la sorte dell’esistenza umana la cui conseguenza è appunto l’effetto. In questo modo l’essere umano vive continuamente le conseguenze (l’effetto) del suo agire. Da questo agire ne nasce un divenire e così viene portata avanti l’evoluzione. Quindi, il Karma interpretato in questo modo include anche le reincarnazioni. L’interpretazione del Karma secondo cui una persona pagherebbe in una vita futura gli errori commessi, oppure che una vita super-virtuosa porterebbe al nirvana, ovvero alla fine del ciclo di reincarnazione, è un’interpretazione errata che hanno il Buddhismo, l'Induismo o altre religioni. Può succedere che avvenimenti molto forti vissuti da una persona non vengano risolti ed elaborati totalmente neanche nell’aldilà e necessitano di un’altra o più vite per risolverli. Naturalmente qui entrano in gioco la volontà, l’iniziativa, la presa di coscienza della/e personalità quanto voler fare per arrivare ad una risoluzione. Un saluto Irma |
   
Utopia_planitia Iscritto
Messaggio numero: 16 Registrato: 07-2007
| Inviato il mercoledì 17 dicembre 2014 - 03:23: |
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Salve a tutti, Sto leggendo un testo estremamente interessante e utile per i temi che vengono trattati. Il testo e` Die Psyche. Nel testo viene affrontato il tema dei pensieri, in particolare si parla di un "effetto boomerang". La spiegazione sul testo non e` molto chiara, vorrei quindi capire come funziona il meccanismo. Sapreste darmi una spiegazione più` chiara? Salome Fulvio |
   
Davide Moderatore
Messaggio numero: 544 Registrato: 08-2002
| Inviato il domenica 21 dicembre 2014 - 21:06: |
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Ciao Fulvio, potresti indicare con precisione la pagina nel libro "die Psyche" a cui di riferisci? Grazie, Davide |
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