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Le giornate della memoria

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Autore Messaggio


Rei
Iscritto

Messaggio numero: 130
Registrato: 02-2003
Inviato il mercoledì 31 gennaio 2007 - 21:50:   Modifica Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Ciao a tutti,

in questi giorni, come ogni anno, i media non fanno altro che parlare del giorno della memoria, ricordando in tutti i modi possibili l’olocausto, ossia i campi di concentramento nazisti.

Personalmente trovo la cosa estremamente sbagliata.

Non che sia un neonazista, un negazionista o un militante di estrema destra; ma provo fastidio per il fatto che si dedichi un periodo di giorni all’anno al ricordo di una particolare mostruosità, quando, nella storia del nostro pianeta, di stragi, genocidi, massacri e stermini ce ne sono stati tantissimi; per esempio la “conquista” delle Americhe, le guerre di religione, il periodo coloniale, la schiavitù etc. etc.

Perché (domanda retorica) dedicare un periodo dell’anno agli ebrei, (che poi, nei campi di concentramento non c’erano solo loro) e non alle altre vittime della follia umana?

Se dovessimo dedicare dei giorni alla memoria di ogni mostruosità, dubito che ci rimarrebbero giorni “liberi”.

Secondo me, le cosiddette “giornate della memoria”, sono sbagliate principalmente per due motivi:

Primo, fra tutti gli stati e i popoli del pianeta che hanno commesso atrocità, se ne è scelto uno, e questo, la Germania, è diventato una specie di “massimo esempio di disumanità”, e sarà destinato a portarsi questo “marchio” per sempre; quasi che nella sanguinosa storia del mondo non ci fossero stati esempi paragonabili ad esso.

Secondo, si fa una netta, e preoccupante, distinzione fra vittime. Infatti le “giornate della memoria” sono “un’esclusiva ebraica”. Chi ha mai fatto delle “giornate della memoria” per i mussulmani uccisi durante le crociate, il colonialismo e l’odierna guerra in Iraq? Oppure, chi ha mai fatto “giornate della memoria” alle innumerevoli vittime uccise dalla follia religiosa? Sembra quasi che una vittima di fede ebraica valga di più di una qualunque altra vittima non ebraica. Ma alla fine, non si tratta sempre di esseri umani?

Personalmente, piuttosto che fare delle “giornate della memoria” dedicate ai campi di concentramento e alla Shoà, ritengo che sarebbe più giusto fare delle “giornate della memoria” a tutte le vittime, passate e presenti, della follia umana.

Cosa ne pensate?

Salome,
Enrico


Emilio
Moderatore

Messaggio numero: 144
Registrato: 04-2002
Inviato il giovedì 01 febbraio 2007 - 05:47:   Modifica Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Ciao Enrico,

trovo il tuo post molto bello e completo, tuttavia sarebbe meglio non ricordare affatto questo tipo di evento per un motivo ben preciso.

Considera che le nuove generazioni, cioè quelle successive a questo evento, non saprebbero cosa è successo se non avendolo sentito da chi esercita appunto questa memoria.

Quando vediamo i neonazisti con le loro ideologie criminali, dobbiamo ringraziare tutti quelli che hanno portato avanti il ricordo di questo orrore.

Non dico che senza il ricordo delle cose brutte, le cose brutte stesse sparirebbero, tuttavia avere a disposizione un fatto da emulare è per certe persone fondamentale per compiere nuovi scempi.

Concordo inoltre al 100% che è ora di smetterla di considerare questo olocausto mettendo in evidenza solo gli ebrei, perché i morti ci sono stati da sempre e da sempre sono di tute le razze.

Perché non facciamo il ricordo dell'inquisizione?

A quanto pare come numero di morti siamo vicino, se non superiore, a quello dell'olocausto?

Perché di questo non se ne parla?

Semplice: perché qui comanda la chiesa, la stessa che ha compiuto questo vergognoso capitolo della storia.

Ho paura che per un bel pezzo ci ritroveremo ancora questo schifo di ricorrenza tra i piedi.

Salome

Emilio


Cris_78
Iscritto

Messaggio numero: 8
Registrato: 05-2009
Inviato il venerdì 01 giugno 2012 - 19:09:   Modifica Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Quanto leggo mi lascia un pò perlesso... leggo che si prova del fastidio perchè viene ricordata una data specifica rigurdante lo stermino degli Ebrei e non; invece che su altri casi simili o peggiori... mi sembra assurdo!

Penso che lo stermino degli Ebrei venga ricordato in tal modo perchè fà parte di una guerra molto recente... uno stermino recente.. dove donne e bambini, anziani e malati venivano sterminati senza pietà... solo 70 anni fà circa.. e ancora oggi invece ragazzi giovani uccidono e fanno assurde stragi in nome del nazismo o di quello che rappresentava o cmq, Hitler e il suo credo viene ricordato e sbandierato tutt'ora.

L'inquisizione o la guerra tra Nord e Sud o qualsiasi altra cattiveria di questo mondo non possiede forse una così vasta informazione visiva come quella che possono proporci per non dimenticare una assurdità maniacale compiuta dai Nazisti.

Si propone alla gioventù di oggi una giornata mondiale come ricordo di quel tragico periodo e nonostante tutto i giovani crescono con cattiveria.

Bisognerebbe fare come nel Film ''Arancia Meccanica'' dove il protagonista alla fine viene preso e messo a guardare solo atrocità e cattiveria finchè lui stesso non si schifa di quello che vede.

Ritengo che non sia necessario prediligere altre forme di sterminio o essere infastiditi perchè si fà la ricorrenza degli Ebrei, ma farne un largo uso invece, se questo fosse necessario ad aprire di più il cuore delle persone.

Oggi abbiamo la televisione che ci fà sapere giornalemente quello che succede nel mondo.. ma prima questa atrocità era nascosta e per il periodo era una cosa mostruosa è abominevole! Quasi non ci facciamo più caso a tutto quello che succede giornalmente perchè siamo continuamente informati... questo è il mio pensiero.

Saluti

Cristian


Davide
Moderatore

Messaggio numero: 434
Registrato: 08-2002
Inviato il mercoledì 06 giugno 2012 - 07:55:   Modifica Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Ciao Cristian,
Vorremmo fare un po' di chiarezza.

Quanto tu hai esposto è una tua personale affermazione e non quello che noi divulghiamo: “leggo che si prova del fastidio perché viene ricordata una data specifica riguardante lo sterminio degli ebrei...”.
Questo non potrebbe essere più lontano di così da quanto sosteniamo noi e si pone addirittura in contraddizione a quanto i nostri insegnamenti indicano: ricordare è giusto e doveroso, tanto per le cose positive, quanto per quelle negative, ma soffrire è sbagliato e non serve alla comprensione dei fatti, il meccanismo per la comprensione dipende dal ragionamento.
Quindi serve ricordare ma senza soffrire.
Serve ricordare con neutralità cosa è successo cercando di analizzare il perché è successo e cosa serve intraprendere d'ora innanzi affinché una cosa del genere non possa più verificarsi di nuovo.
Il ricordo fine a sé stesso è sterile se non supportato dal ragionamento e dalla conseguente comprensione.
Il ricordo con la sofferenza è deleterio e distruttivo.
Ogni persona deve cercare di non fare del male a sé stessa e non deve avere pensieri grevi di omicidi, di sterminii e di atrocità che generano altri omicidii, sterminii, atrocità e sofferenze a loro volta.
Allo stesso modo pensieri di amore, pace e armonia generano a loro volta sentimenti di pari valore.
Imporre la sofferenza ad altre persone mascherandola di “dovere di ricordo delle aberrazioni che l'olocausto a provocato” è un'aberrazione a sua volta.
Esiste una differenza abissale tra ciò che dev'essere fatto, ovvero il ricordo giusto e sano, nonché elaborato dell'olocausto – ma soprattutto delle cause al fine di prevenire nuovamente una tale catastrofe - e la sofferenza gratuita provocata da pensieri pesanti nutriti dallo studio delle atrocità, delle torture e delle macchinazioni disumane che, per esempio, si sono attuate nei campi di sterminio.
Noi pensiamo che la sofferenza debba essere evitata per la salute di una persona.

Ma ognuno è libero di scegliersi quali pensieri coltivare (positivi o negativi, costruttivi o distruttivi) e prendersi poi carico delle conseguenze che tali pensieri gli portano : felicità o sofferenza, evoluzione o distruzione.

ciao,
Davide

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