   
Davide Moderatore
Messaggio numero: 255 Registrato: 08-2002
| Inviato il venerdì 14 settembre 2007 - 22:24: |
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Ciao Massimo, Poco tempo fa venne istituita la “Banca dell’acqua”. Uno si chiederà che cosa sia. La risposta è semplice :più cresce la popolazione, più aumenta la richiesta pro capite di acqua potabile nel mondo. Meno acqua disponibile per persona significa prezzo sempre più alto e via dicendo. La quantità di acqua nel mondo è pressoché sempre la stessa in realtà. Ma grazie alla crescente sovrappopolazione, privatizzando o controllando l’utilizzo dell’acqua, si possono trarre profitti immensi sulla massa sempre maggiore e sempre più assetata della popolazione. Questo è un solo e chiaro esempio di come la sovrappopolazione sia una piaga incredibile per tutti, per il pianeta, per la fauna e la flora, ma come si tramuti invece in una fonte di reddito per pochi individui, istituzioni, società, ecc. La risposta è : La banca dell’acqua è uno strumento di potere per fare soldi basato sulla sovrappopolazione. Per risolvere questo come altri innumerevoli problemi serve una riduzione della popolazione. Una catastrofe nucleare non è una cosa naturale o fisiologica. Questa può essere evitata benissimo e ciò dipende solo ed esclusivamente da noi. Il destino dell’umanità non è già scritto ed è in nostro potere e dovere fare qualsiasi cosa affinché una terza guerra mondiale non possa verificarsi. Fermare le guerre si può e si deve. Se tutta la popolazione d’Europa o della Germania o di altre nazioni fosse simultaneamente scesa in piazza per destituire Hitler o Mussolini o Stalin, questa potenza della massa di persone avrebbe fermato e impedito lo scoppio della seconda guerra mondiale. E’ quindi solo questione di volontà e di consapevolezza. Oggi come ieri abbiamo la possibilità d’oro e unica di agire. I Plejarani non sono venuti qui con l’intento di cui tu vai dicendo. I Plejarani sanno che tutti noi abbiamo il potere oggi, qui, nelle nostre mani e nella nostra volontà di fermare qualsiasi guerra e di ribaltare le sorti del mondo per quanto concerne la sovrappopolazione, le guerre, le carestie ecc. ecc. Loro ci hanno portato preziosissime informazioni andate dimenticate tantissimo tempo fa. Essi non ci salveranno mai da una terza guerra mondiale o dalla distruzione totale che la sovrappopolazione ci prospetta. Non vi sono disegni divini o celesti o leggi della natura che impongano sofferenza. La natura e la Creazione sono sempre giuste ed eque. Se soffriamo a causa della natura (es. terremoti, tsunami, tornato, ecc.) è perché essa cerca di riequilibrare i danni che abbiamo causato noi esseri umani. La sofferenza ce la infliggiamo noi da soli con le nostre mani. Siamo, in altre parole, troppo dediti a cose frivole, al quotidiano, al piccolo, al nostro micro orticello dietro casa e al contempo non ci rendiamo conto di essere sul baratro della distruzione. La natura e le leggi della Creazione non portano mai alla distruzione e a catastrofi naturali. Esse non infliggono mai pene gratuite. La natura quindi non ci punisce con i terremoti o con gli Tsunami, ma tali eventi sono le conseguenze di megalopoli costruite in determinati punti della Terra. Tali mega città esercitano pressioni mostruose sulle placche tettoniche al punto tale da essere diventate la causa prima dei terremoti al giorno d’oggi. Il problema di noi esseri umani della Terra è che non siamo in grado di compiere un’evoluzione equilibrata, uniforme, costante. Commettiamo invece errori giganteschi che ci portano a guerre inaudite, a sofferenze indicibili e, solo dopo, ci rendiamo forse conto di come avremmo dovuto comportarci. Le guerre non servono all’evoluzione. L’evoluzione la possiamo fare ogni giorno noi da soli, partendo da noi stessi. Il nostro compito è diventare consapevoli che siamo noi che modelliamo il nostro ambiente e non il contrario. Diventando consapevoli di questo, possiamo cambiare la nostra vita diventando signori su di essa, e così, parole quali destino, fato, ecc. non avranno più alcun senso perchè il destino ce lo scriveremo noi proprio come lo vorremmo. Salome, Davide |